martedì 7 settembre 2021

 

La Via Francigena

La via col tempo, a partire dal medioevo centrale e con la nascita dei castelli e dei paesi, diventa Francigena, forse perché portava i pellegrini dalla Francia o perché consentiva ai mercanti italiani, soprattutto toscani, di visitare le fiere dello Champagne nel XII e XIII secolo. Mercanti che divennero famosi e procurarono a re e nobili i denari per le loro guerre ed i loro investimenti, anche se a volte non vennero rimborsati e, come i Bardi, fallirono. 

Non fu poi solo una via di pellegrinaggio e ricorda Gio Antonio da Faie36 che in occasione dell’Anno Santo del 1450, i commercianti di Villafranca si attrezzarono con numerosi acquisti, ma passò poca gente e gli affari furono scarsi. Fu una via commerciale,  passarono cortei immensi di re e nobili per la gioia delle popolazioni, come quando il Papa Paolo III Farnese andò in Provenza ad incontrare Carlo V, e Francesco I, nel 1538, per discutere della questione protestante.                                                                       

Villafranca, la Francigena

                         

Fu lo stimolo che portò  all’acquisto di Pontremoli da parte dei Fiorentini nel 1650, strappandola ai Genovesi che l’avevano acquistata da tre anni37

Soprattutto era importante per la riscossione del pedaggio delle merci che vi transitavano. I “voltis” malaspiniani, sinonimo di pedaggio e citati nel colloquio con il Barbarossa del 1167, alla luce di nuovi studi sono le tasse che si dovevano pagare ai vari proprietari della strada ed i beni dei Malaspina erano proprio situati a controllo delle vie. 

Citiamo l’abbazia di san Caprasio che nel 1219 vende i beni della chiesa di Albareto  valtarese al comune di Piacenza per sexaginta librarum onde poter acquistare dal marchese di Massa il pedaggio sulla Francigena ad Aulla. La Francigena fu anche una via militare e il ponte di Villafranca dovette subire rimaneggiamenti per fare passare le artiglierie di Carlo VIII nel 1495.  



                         Ponte di Villafranca
San Caprasio




                       

Ancora nell’aprile del 1945 la via, ora della Cisa, fu la scena della fuga delle truppe tedesche verso il nord. Dove passasse, cambiate le condizioni fisiche e dalla fine del Medioevo anche politiche, con la presenza di nuovi Stati che controllavano il territorio, possiamo solo ipotizzarlo. 

Da Massa forse scendeva direttamente ad Avenza  e di lì a Luni,  Sarzana, Santo Stefano, Caprigliola, passando poi per Anforara , dove è l’oratorio della Madonna degli Angeli e poi Aulla, Terrarossa, Groppofosco, dove è ancora una piccola chiesa con hospitale38 e castello ormai diruto. 


                                                                       Groppofosco



Arfoara


Villafranca che appare alla fine del XII secolo come Lealvile, ma che nel diploma di Federico I del 1164 è citata come Malnido, indi l’hospitale di Santa Lucia39 lungo la sinistra Magra, Sorano o Filattiera40, Pontremoli, che Federico II definisce “unica clavis et janua” per la Toscana, seguendo da vicino il corso della sinistra Magra. 

Saliva poi a Montelungo, hospitale di san Benedetto e poi al Passo della Cisa.  Il Passo era frequentatissimo e quindi gli abitanti dei paese vicini erano obbligati dagli Statuti di Pontremoli di sorvegliarlo. Infatti nel 1584, Parma e Pontremoli si accordarono per tenervi una guarnigione per sei mesi ciascuno, per controllarlo a difesa dei passanti. 

Dalla Cisa a Berceto (sce moderanne, XXXIII) dove era l’abbazia di san Moderanno, fondata da Liutprando, di cui Paolo Diacono scrive “in summa quoque bardonis alpe monasterium quod bercetur dicitur aedificavit”41


San Moderanno 


La cd Francigena quindi, nasce come via militare bizantina, poi diventa anche una via di pellegrinaggio, ma  nel tempo sarà una trafficatissima via di commercio che ha legato in questo senso il nord Italia all’Europa, ed all’occasione, non rara, ritorna ad essere anche una via militare.

 

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