sabato 4 settembre 2021

 3-  Sarzana è menzionata come castello nel Diploma di Ottone I del 962 e come borgo nel 1084. Feudo del Vescovo di Luni che nel 1204 trasferì lì la sede della Diocesi, essendo ormai Luni malsana per l’impaludamento. Si entra da Porta Parma in direzione di Porta Romana26.                                                                                                                                                   Importanti poi la cittadella, sorta sopra la fortezza di Firmanfede, voluta da Lorenzo de’ Medici e  fuori  le mura, la fortezza di Sarzanello, capolavoro di arte militare moderna e forse costruita da Castruccio Castracani degli Antelminelli.  

Sarzanello


Poi Santo Stefano Magra (sce Stephane, mansio XXIX), da dove si partivano le vie per il Genovesato e già citata  come mercato nel Diploma di Ottone II del 981 e in quello del Barbarossa del 1185.  Allora difesa da mura, si trova alla confluenza delle vie provenienti da tre regioni. La frequentazione da parte dei pellegrini è segnalata dalle numerose cappelle e maestà. 

Santo Stefano Magra


Da lì poi Caprigliola, feudo del Vescovo di Luni Enrico da Fucecchio, che col diploma di Federico I del 1185 diventa anche Conte di Luni. 

Caprigliola


Indi Ponzano Superiore e Vecchietto sino a Bibola, già citata dall’Anonimo Ravennate27 e dove i ruderi del castello Malaspina dominano le vallate circostanti. 

Bibola 


Poi  Aulla, la medievale (Avula,mansio XXX). Se il percorso sino ad Aulla28, svolgendosi in gran parte sulla sinistra della Magra e in altura, può generalmente corrispondere alle considerazioni storico geografiche fatte dianzi, molti problemi si pongono a parer nostro nell’individuazione della tratta fra questa e Pontremoli. Il percorso di Sigeric ci viene segnalato simile a quello della via di Monte Bardone, da Aulla a Fornoli, a Virgoletta, a Filetto verso Filattiera e da qui lungo la via che porta a Serravalle, Dobbiana, dove troviamo ricordi materiali del Volto Santo di Lucca,  Ceretoli con la chiesa dedicata a san Martino che viene richiamata a quella citata da Leodegar e di lì Pontremoli.

San Giovanni Battista a Dobbiana


 In realtà a nostro parere si sposta sulla destra della Magra, la via Francisca, ricordata dal Giuliani, guada a Terrarossa e va a Tresana, forse Trivium

Tresana 


poi sale alla pieve di San Martino di Castevoli, Castevoli, scende a Fontanassaqui, san Donnino, san Martino di Mulazzo29

San Martino di Mulazzo


Gavedo, san Benedetto di Talavorno (forse anche questa legata a Leodegar), dove fu trovata una statua stele e che dipendeva da Sorano, poi san Pietro de Pisciula  e  la pieve di Urceola.    

                    San Pietro de Pisciula
Talavorno




                                                           

Pieve di Urceola-Saliceto

    

                                                                                                                                                  Percorso di montagna, non impegnativo di certo, ma sicuro, e avrebbe utilizzato quindi quella che il Giuliani definiva la “via delle pievi” e che era anche chiamata “via di Annibale30. Questo itinerario però sembra presentarci un problema legato a Pontremoli (XXXI mansio) che qui compare per la prima volta. Dove era già il guado sulla Magra a sud del paese troviamo il Groppus de tabernula, poi hospitale di san Lazzaro e nel 981 viene citata la pieve di Urceola come importante mercato, tale ad altre pievi. Potrebbe in realtà essere che fosse già sorto l’abitato di Pontremoli, legato alla  presenza di un castello, ma che l’importanza economica stesse ad Urceola e fosse questa il momento di attrazione dei pellegrini e commercianti.


San Lazzaro


                                                                                                                                                             Che Urceola fosse poi importante e che tale potesse essere il transito, lo dimostra la donazione che ne fa Oberto II nel 998 al vescovo di Luni, Gotifredo, assieme a quelle di Castevoli, Venelia e Soliera, che sarà poi sede della Caneva vescovile. Una segnalazione del Giuliani31 sottolinea l’importanza del luogo, dove era il castrum de Piolo elencato negli Statuti fra i castelli da demolire quando il Comune pontremolese aveva assorbito le signorie locali che chiedevano il borghesatico.  Sigerico non cita ne Sorano ne Filattiera perché in realtà non vi passa. Pensare che non lo citi proponendo una già presente affermazione politica di Pontremoli32 è fuorviante, visto che nel 1194, Alberto Malaspina a Filattiera  vi giura fedeltà ai Piacentini e dopo 237 anni il paese diverrà la capitale dello Spino Fiorito. Ambedue sono citati negli anni seguenti in importanti documenti e quindi già in una posizione di eccellenza e questo ci fa dubitare del fatto che  Sigeric fosse passato per Sorano, almeno nel viaggio di ritorno.

Nessun commento:

Posta un commento