3- Sarzana è menzionata come castello nel Diploma di Ottone I del 962 e come borgo nel 1084. Feudo del Vescovo di Luni che nel 1204 trasferì lì la sede della Diocesi, essendo ormai Luni malsana per l’impaludamento. Si entra da Porta Parma in direzione di Porta Romana26. Importanti poi la cittadella, sorta sopra la fortezza di Firmanfede, voluta da Lorenzo de’ Medici e fuori le mura, la fortezza di Sarzanello, capolavoro di arte militare moderna e forse costruita da Castruccio Castracani degli Antelminelli.
Sarzanello |
Poi Santo Stefano Magra (sce Stephane, mansio XXIX), da dove si partivano le vie per il Genovesato e già citata come mercato nel Diploma di Ottone II del 981 e in quello del Barbarossa del 1185. Allora difesa da mura, si trova alla confluenza delle vie provenienti da tre regioni. La frequentazione da parte dei pellegrini è segnalata dalle numerose cappelle e maestà.
Santo Stefano Magra |
Da lì poi Caprigliola, feudo del Vescovo di Luni Enrico da Fucecchio, che col diploma di Federico I del 1185 diventa anche Conte di Luni.
Caprigliola |
Indi Ponzano Superiore e Vecchietto sino a Bibola, già citata dall’Anonimo Ravennate27 e dove i ruderi del castello Malaspina dominano le vallate circostanti.
Bibola |
Poi Aulla, la medievale (Avula,mansio XXX). Se il percorso sino ad Aulla28, svolgendosi in gran parte sulla sinistra della Magra e in altura, può generalmente corrispondere alle considerazioni storico geografiche fatte dianzi, molti problemi si pongono a parer nostro nell’individuazione della tratta fra questa e Pontremoli. Il percorso di Sigeric ci viene segnalato simile a quello della via di Monte Bardone, da Aulla a Fornoli, a Virgoletta, a Filetto verso Filattiera e da qui lungo la via che porta a Serravalle, Dobbiana, dove troviamo ricordi materiali del Volto Santo di Lucca, Ceretoli con la chiesa dedicata a san Martino che viene richiamata a quella citata da Leodegar e di lì Pontremoli.
San Giovanni Battista a Dobbiana |
In realtà a nostro parere si sposta sulla destra della Magra, la via Francisca, ricordata dal Giuliani, guada a Terrarossa e va a Tresana, forse Trivium,
Tresana |
poi sale alla pieve di San Martino di Castevoli, Castevoli, scende a Fontanassaqui, san Donnino, san Martino di Mulazzo29,
San Martino di Mulazzo |
Gavedo, san Benedetto di Talavorno (forse anche questa legata a Leodegar), dove fu trovata una statua stele e che dipendeva da Sorano, poi san Pietro de Pisciula e la pieve di Urceola.
San Pietro de PisciulaTalavorno |
Percorso di montagna, non impegnativo di certo, ma sicuro, e avrebbe utilizzato quindi quella che il Giuliani definiva la “via delle pievi” e che era anche chiamata “via di Annibale”30. Questo itinerario però sembra presentarci un problema legato a Pontremoli (XXXI mansio) che qui compare per la prima volta. Dove era già il guado sulla Magra a sud del paese troviamo il Groppus de tabernula, poi hospitale di san Lazzaro e nel 981 viene citata la pieve di Urceola come importante mercato, tale ad altre pievi. Potrebbe in realtà essere che fosse già sorto l’abitato di Pontremoli, legato alla presenza di un castello, ma che l’importanza economica stesse ad Urceola e fosse questa il momento di attrazione dei pellegrini e commercianti.
San Lazzaro |
Che Urceola fosse poi importante e che tale potesse essere il transito, lo dimostra la donazione che ne fa Oberto II nel 998 al vescovo di Luni, Gotifredo, assieme a quelle di Castevoli, Venelia e Soliera, che sarà poi sede della Caneva vescovile. Una segnalazione del Giuliani31 sottolinea l’importanza del luogo, dove era il castrum de Piolo elencato negli Statuti fra i castelli da demolire quando il Comune pontremolese aveva assorbito le signorie locali che chiedevano il borghesatico. Sigerico non cita ne Sorano ne Filattiera perché in realtà non vi passa. Pensare che non lo citi proponendo una già presente affermazione politica di Pontremoli32 è fuorviante, visto che nel 1194, Alberto Malaspina a Filattiera vi giura fedeltà ai Piacentini e dopo 237 anni il paese diverrà la capitale dello Spino Fiorito. Ambedue sono citati negli anni seguenti in importanti documenti e quindi già in una posizione di eccellenza e questo ci fa dubitare del fatto che Sigeric fosse passato per Sorano, almeno nel viaggio di ritorno.
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